Vito Brollo: non solo pane e sport

 

Vito Brollo è una persona che vale la pena di conoscere per diversi motivi: è stato, per ovvie ragioni di parentela, coinvolto nella nascita e successiva crescita del paese che porta proprio il suo cognome, inoltre è sempre stato, sia con la sua attività artigianale di panificatore che con diversi impegni sociali, sempre in prima linea e molto conosciuto dalla nostra gente.

Vito con il nipotino E' nato a Cinto Caomaggiore (Ve) nel 1939 e si è trasferito al Villaggio Brollo tra il 1950/53 dopo che suo zio (il comm. Giuseppe Brollo) avviò la costruzione del paese insieme a tanti immigrati del veneto (nella foto, qui a sinistra, è ritratto insieme al nipotino).

Nel 1955 è stato inaugurato il suo panificio, ma lui se ne occuperà solo più tardi, dopo il servizio militare (1963).

"E' stata una scelta difficile, in quanto è sempre stato un lavoro molto duro, comportando parecchi sacrifici" ci racconta "ma sono molto soddisfatto perché ne è valsa la pena. Lavorare sempre di notte non è certamente piacevole, soprattutto ora che comincio a sentire gli anni che passano."

Nonostante gli impegni lavorativi è sempre stato attento al suo paese, considerato un po' come una seconda culla dopo il proprio luogo di nascita, e ha cercato di dare il più possibile diversi contributi. Ecco infatti che nel 1968/69 diventa già Presidente della locale Società Sportiva Serenissima. La società era stata fondata nei primi anni '60 da alcuni Brollesi con il nome di Folgore, poi nel 1967 grazie all'impegno di diversi volontari tra cui Eugenio Zulian, Antonio Zodo e Sergio Drago si trasformò in S.S.Serenissima. Zulian fu il primo presidente della Società.
"Quando fui coinvolto e poi nominato Presidente bisognava costruire ancora molte cose per diventare una Società vera e propria. Le strutture dove si operava sono sempre state quelle parrocchiali dell'oratorio maschile, ma inizialmente esisteva solo un misero campo a 7. In quegli anni mi armai di coraggio e contattai l'allora Arcivescovo Colombo per chiedergli un finanziamento al fine di realizzare delle strutture sportive più consone. Riuscimmo ad ottenere un contributo di L. 5.000.000 erogato dalla Curia e dalla Cariplo, ma buona parte di quei soldi servì soprattutto per la costruzione del Bocciodromo a scapito delle attività calcistiche a cui io tenevo maggiormente (N.d.R. All'epoca la Serenissima si occupava sia di calcio che di bocce senza la distinzione societaria attuale). Io volevo far diventare il calcio parrocchiale un punto di riferimento per tutti i ragazzi e i bambini, quindi diedi le dimissioni per polemica e per dissociarmi da quelle scelte. Rimasi fuori circa due anni. Poi ripresi la carica di presidente fino al 1992."

Negli anni in cui Vito Brollo rimase fuori (1992/1997) la presidenza venne gestita da Felice Palazzi.
Purtroppo furono anni duri di cambiamenti e ribaltamenti e le squadre cominciarono a disgregarsi, portando la società ad una seria crisi, che raggiunse il suo culmine nel 1998.
"Nel 1998 grazie all'intervento di Domenico Bilotta e ad un accorato appello del parroco Don Piero la popolazione del paese venne scossa dall'ipotesi di una possibile chiusura della società. E qualcuno cominciò ad interessarsi seriamente al problema. Io venni coinvolto quasi senza volerlo, ma in cuor mio pensavo soprattutto ai giovani giocatori delle squadre. Venni nominato ancora Presidente."
Lo scossone fece bene, tanto che nel campionato 1997/98 avvenne lo storico traguardo della promozione in Seconda Categoria.

"In questi ultimi cinque anni la squadra va abbastanza bene; parlo di squadra intendendo tutte le squadre delle diverse categorie, perché per me non esiste la prima, la seconda o la terza quadra, sono tutte prime squadre!! C'è un bel gruppo di ragazzi che si comporta correttamente dando buoni risultati e soddisfazioni. A noi soprattutto interessa il divertimento dei ragazzi. Nel 2002 in particolare la seconda categoria ha fatto un buon campionato (siamo circa a metà classifica), ma certamente si poteva fare meglio. Purtroppo a volte vedo mancare l'entusiasmo e la motivazione. Ottimi risultati si otterrebbero semplicemente con un po' più di grinta. Ne sono convinto. Senza fare chissà quali cose! Ma non fraintendete: sono assolutamente soddisfatto come presidente."

Come si vede presidente dopo tutti questi anni di carica societaria?
"Orgoglioso. Ma vecchio e stanco. Vorrei dare sempre di più: più presenza magari, ma il lavoro e le forze non me lo permettono."
La Serenissima è una società che attualmente funziona bene, problemi veri e propri non ce ne sono anche se, come dice il presidente: "Mi piacerebbe vedere più coinvolgimento dei brollesi nella Serenissima, in particolare dei genitori dei ragazzi. C'è bisogno di molta gente per seguire i giocatori, in particolare i più piccoli. Con i ragazzini infatti servono mille occhi per farli giocare in completa sicurezza. Sono benvenuti sia i genitori che parenti, amici, volontari. A volte basta solo la presenza…Ringrazio comunque le già tante persone che fanno parte dell'organizzazione o che in varia maniera ci aiutano, come ad esempio alcuni pensionati. Un plauso speciale va poi agli allenatori e preparatori delle varie squadre per il lavoro svolto con dedizione e passione.
Non voglio inoltre dimenticare di ringraziare il Comune di Solaro per i contributi che ci fornisce (che ahimè purtroppo non bastano mai), gli sponsor che ci sostengono e il parroco Don Piero per consentirci di svolgere la nostra attività sportiva nell'ambito parrocchiale."

Obiettivi?
"Uno dei due vice-presidenti vorrebbe arrivare in prima categoria, ma i costi sono già elevati adesso! Uno degli scopi sempre vivi è comunque quello di avere sempre più ragazzi e bambini nelle nostre squadre: uno dei miei sogni sarebbe addirittura di creare una Scuola dei primi calci per i bambini di 6 anni, solo che serve personale specializzato per seguire una simile attività, personale che noi al momento manca. Siamo molto soddisfatti della grande adesione avuta recentemente tra i nati del 1994, speriamo continui sempre così. "

Concludiamo questo incontro chiedendogli tre cose: la cosa che più gli piace del Brollo, quella che non gli piace per niente e un messaggio per i lettori.
"La cosa che più mi piace del nostro paese è, per ragioni storiche e famigliari, la Chiesetta della Madonna dei Lavoratori, che rappresenta simbolicamente le nostre origini, ma anche la Scuola materna per la sua funzionalità e luogo di crescita. La cosa che invece assolutamente non mi piace è il distacco che esiste oggi tra gli abitanti delle varie zone (Villaggio del Sole, S.Anna, Ceriano, Solaro), apparendo quasi come dei ghetti. Non mi piacciono proprio questi gruppetti campanilisti, dovrebbe esserci al contrario maggiore unione e solidarietà. Proporrei meno consigli di quartiere puntando ad un consiglio unico, ragion per cui sollecito e sostengo la risurrezione (con un serio rinnovamento) del Comitato Brollo, che dovrebbe fungere da voce ufficiale degli abitanti, anche perché è ovvio che l'unione fa la forza.
Un messaggio che vorrei lanciare alla gente è di avvicinarsi di più, di famigliarizzare, di diffondere amicizia e fratellanza, al di là delle problematiche oggettive (lavoro, stress moderno, ecc.)
Nei tempi passati esisteva un'apertura che purtroppo oggi si è persa. Ma se vogliamo, tutti insieme, possiamo ricreare un calore maggiore."

Ringraziamo il presidente Vito Brollo per la sempre cordiale disponibilità e per tutto quello che ha fatto e che continua a fare per il nostro paese.

 

 

Parrocchia Madonna del Carmine - Via della Repubblica 55 - 20033 Solaro (MI)